UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI UDINE
FACOLTÀ DI ECONOMIA
Capitolo Nono: IL PIANO ECONOMICO-FINANZIARIO
9.1. CHIAVE DI LETTURA
DEI PROSPETTI PREVISIONALI In vista di un’ampia diffusione
della tecnologia in analisi e del conseguente possibile
ridimensionamento dei margini inizialmente molto
elevati, comunque in equilibrio con il vantaggio
che il cliente riceve, la M.M.C. Srl ritiene di
investire i maggiori margini in prodotti e strutture
organizzative adeguate a fronteggiare il nuovo mercato.
È in questo senso chiara l’intenzione
dell’azienda di procedere gradualmente alla
costruzione di una propria struttura appena le condizione
economico – finanziarie lo permetteranno (previsto
per il 2002).
Non essendo questa la situazione che si vuole analizzare,
la nostra simulazione non prenderà in considerazione
che gli investimenti strettamente necessari per
lo svolgimento della gestione corrente, rimandando
tutti i possibili sviluppi futuri attuabili con
ulteriori finanziamenti ad altra sede e in un secondo
tempo.
Per quanto riguarda la fattibilità finanziaria
dell’iniziativa, qui di seguito sono riportati
tre schemi prospettici RIEPILOGATIVI relativi a:
conti economici previsionali, stati patrimoniali
previsionali, flussi di cassa previsionali. Per
un ulteriore approfondimento dei costi, ricavi,
investimenti e indici fare riferimento all’ALLEGATO
N. 4 (Dettaglio delle proiezioni economico –
finanziarie).
9.2.
EVENTI PRESUPPOSTI Per la valutazione economica dell’iniziativa
sono da considerare le seguenti ipotesi:
- Nel piano previsionale viene considerata l’I.V.A.
(valore non trascurabile) su acquisti e vendite
relativamente alla normale gestione e le imposte
con il relativo fondo;
- Una nota particolare riguarda l’acquisto
del macchinario, in quanto, in seguito alla triangolazione
con l’estero avvenuta tra M.M.C., M.I.R. e
C.M.T. (disciplinata dalla normativa interna: art.7
DPR 833/1972) non è stata applicata l’I.V.A.;
- In fase di simulazione si considera sempre un
completo reinvestimento degli utili;
- Il primo anno non ci saranno emolumenti agli amministratori
e ai soci operanti, ma solo rimborsi spese;
- Per la stesura dei bilanci prospettici sono stati
stabiliti dei presupposti di conto economico (interessi
passivi su fidi, costo annuale personale, royalty,
costi di trasporto) e di stato patrimoniale ( giorni
di dilazione per l’incasso, per il pagamento,
giorni di giacenza in magazzino prodotti, ecc.)
per la loro quantificazione fare riferimento all’ALLEGATO
N.4 (Dettaglio delle proiezioni economico –
finanziarie).
- Per l’incidenza dei costi variabili sulla
produzione sono stati considerati i seguenti parametri:
--> Royalty il 5% sul venduto, fanno parte degli
accordi contrattuali che accompagnano la licenza
di sfruttamento;
--> Consumo materie prime il 15% sul venduto;
--> Costi di trasporto lo 0,5% sul venduto;
--> Altri costi variabili il 5% sul venduto.
Queste stime fanno riferimento alle indicazioni
fornite da C.M.T. e determinate in base alle loro
esperienze produttive.
9.3.
PER UNA OBIETTIVA INTERPRETAZIONE DELLE VALUTAZIONI Per una corretta interpretazione delle
valutazioni che seguono e costituiscono l’analisi
economico finanziaria di previsione dell’azienda
nelle successive pagine, bisogna tenere in debita
considerazione quelle che sono le ipotesi di fondo.
Nel nostro caso, infatti, per poter effettuare una
simulazione e verificare la plausibilità
dell’iniziativa imprenditoriale abbiamo ipotizzato
che:
- Le azioni di marketing pianificate nel capitolo
4 raggiungano con successo l’obiettivo prefissato
in termini di numero di commesse minimo da acquisire
e si traducano nei relativi ricavi;
- Le stime dei costi rispecchino le indicazioni
fornite da C.M.T..
Con queste ipotesi l’attività presenta
una situazione positiva. Il management è
però consapevole che vista la novità
e particolarità dei materiali utilizzati
per la produzione si potrebbero verificare impreviste
diminuzioni nei ricavi o inaspettati aumenti dei
costi totali. Tali variazioni potrebbero essere
causate da problemi di messa a punto del processo,
da scostamenti rispetto alle previsioni di vendita,
o altre motivazioni. Nonostante tale evenienza,
il piano economico finanziario è in grado
di assorbire eventuali difficoltà per la
presenza di ampi margini di ricavo. Nella tabella
sottostante, a riprova delle affermazioni appena
fatte, si procede al calcolo del margine di sicurezza.
2001
2002
2003
Fatturato previsto (L./ML)
1.010
2.010
3.670
Fatturato di pareggio (L./ML)
778
884
950
Margine di sicurezza (%)
23
56
74
Ecco che nel primo anno di produzione il fatturato
può essere fino al 23% inferiore al previsto
senza che ciò comporti una perdita per l’azienda,
nel secondo il margine di sicurezza è del
56% e 74% nel terzo.
Prima di procedere all’analisi dei bilanci
previsionali risulta essere necessaria un’ultima
precisazione tecnica, tali bilanci sono stati elaborati
con un foglio di calcolo che procede ai dovuti arrotondamenti
per visualizzare solo numeri interi. Tale scelta
da un lato è positiva per la semplicità
che introduce nella lettura dei dati (assenza di
numeri decimali) dall’altra può trarre
in inganno il lettore. Ad esempio, la somma di due
valori 313 e 5 può avere come risultato 317,
infatti, tenendo in considerazione i valori decimali
la vera somma sarà: 312.6 (313) e 4.6 (5)
risulta essere 317.2 (317).
9.4.
BILANCI PREVISIONALI
Le immagini qui sotto potrebbero
non essere visualizzate bene con il browser, ma
se le immagini vengono stampate risultano sicuramente
leggibili.
Il primo anno di produzione prevede un fatturato
di L.1.010 ML con una perdita di esercizio L.276
ML acquisendo due sole commesse.
Il secondo anno, con due nuove commesse, verrà
saturato circa il 50% della capacità produttiva
di un turno con un attivo di L.254 ML.
Successivamente, l’acquisizione di nuove commesse
porta l’utile della società oltre 1
miliardo.
La simulazione indica un fatturato del quarto anno
di oltre L.5 miliardi, con la saturazione del primo
turno di produzione e il ricorso ad un secondo turno
per circa metà dell’anno. L’utile
sale a L.1,6 miliardi.
Nello stato patrimoniale ci sono due voci da tenere
in particolare considerazione: banche c/c passivi
e disponibilità liquide.
La prima presenta un picco nel secondo anno di L.317
ML che viene completamente assorbito nel quarto.
A carico di tali debiti finanziari a breve incide
notevolmente la chiusura dei primi due esercizi
in perdita; la gestione in questo periodo genera
un flusso di cassa negativo pari a L.5 ML nel primo
e L.313 ML nel secondo, da cui il valore di L.317
ML. Il flusso di cassa negativo si contrappone a
una primo flusso di cassa positivo del terzo anno
(L.302 ML) che permette di coprire gran parte dei
debiti finanziari a breve, anche se sarà
solo nel quarto anno che il flusso di cassa coprirà
interamente quel valore residuo di L.16 ML.
Il valore ipotizzato residuo del flusso di cassa
(L.977 ML) viene registrato nelle disponibilità
liquide, idem per l’anno successivo dove il
flusso di cassa essendo positivo e non essendoci
altri debiti a breve da coprire dagli anni precedenti,
viene interamente portato in quella voce incrementando
il valore a L.981 ML e L.2.193 ML rispettivamente
nel terzo e quarto anno.
Le cose chiaramente inizierebbero a cambiare con
la distribuzione degli utili che si renderebbe possibile
nel quarto e nel quinto anno.
Ritornando ai valori iscritti nella voce “disponibilità
liquide” è importante sottolineare
che nella pratica è poco verosimile avere
dei valori di cassa e Banca c/c attivi di queste
dimensioni. In una situazione reale l’impresa
provvede a fare opportuni investimenti profittevoli,
in immobilizzazioni (siano materiali che finanziarie)
vincolando il capitale nel lungo periodo.
La voce “Banche C/C passivi” riflette
tutti i fabbisogni di liquidità che non sono
coperti dal versamento di mezzi durevoli. È
fondamentale porre attenzione all’entità
del suo valore, il quale non deve superare i limiti
imposti dagli affidamenti che è possibile
ottenere. L’interesse che viene applicato
dipende dalla modalità utilizzata per la
copertura del fabbisogno finanziario:
- es. 7% attraverso l’utilizzo di un fido
bancario;
- es. 12% attraverso l’utilizzo di uno scoperto
di c/c.
Nel caso in questione è stato ipotizzato
l’utilizzo di un fido bancario dietro la presentazione
delle dovute garanzie.
9.5.
CONSIDERAZIONI FINALI Con riferimento agli indici presenti nell’ALLEGATO
N. 4 possiamo fare delle valutazioni sulla situazione
finanziaria e reddituale dell’attività.
9.5.1. Valutazione finanziaria La situazione finanziaria complessiva
dell’impresa è difficile nella fase
di avvio della produzione (2001 e 2002). In questa
fase è necessario tenere in considerazione
alcuni aspetti di una certa rilevanza:
- La produzione ha inizio nel secondo anno di attività;
- La perdita a fatturato zero registrata nel primo
anno, va ad incidere sulla gestione del secondo,
già particolarmente critica per l’avvio
della produzione.
Nonostante alcune difficoltà in tale periodo,
gli indici finanziari fino ad ora utilizzati hanno
evidenziato una situazione aziendale che, in modo
crescente, presenta le seguenti caratteristiche:
- Ottima disponibilità crescente di mezzi
finanziari propri;
- Capacità dell’azienda a finanziarsi
con capitale proprio;
- Capacità a soddisfare i debiti a breve
scadenza, soprattutto bancari, attraverso l’utilizzo
delle disponibilità finanziarie liquide o
liquidabili a breve;
Questi indici forniscono nell’insieme un’informazione
positiva per quanto riguarda la capacità
dell’impresa a far fronte ai propri impegni
finanziari, ossia alla sua solvibilità immediata.
Tuttavia, al fine di non ignorare eventuali situazioni
che a lungo andare potrebbero compromettere anche
la situazione finanziaria, si procede con il considerare
anche la struttura reddituale con appositi indici.
9.5.2. Valutazione reddituale La situazione reddituale rilevata attraverso
gli indici mette in evidenza:
- Un’ottima redditività del capitale
messo a disposizione dagli azionisti in quanto l’investimento
nell’azienda è certamente più
remunerativo di quanto ottenibile dagli investimenti
privi di rischio;
- Ottimo il ritorno dell’investimento;
- Presenza di oneri finanziari contenuti in quanto
l’interesse corrisposto ai terzi (Istituti
di credito) è inferiore al costo del denaro
a breve termine e inferiore al ROI;
- Le vendite sono caratterizzate da ottimi margini.
9.5.3. Conclusioni Non è stata effettuata una valutazione
patrimoniale per indici in quanto, rotazione delle
materie prime, rotazione dei prodotti finiti, rotazione
dei debiti verso fornitori, rotazione dei crediti
verso clienti vengono dati come presupposti del
foglio di calcolo (Prospetto 1).
Aspetti rilevanti che caratterizzano la simulazione:
- L’impresa inizia ad essere produttiva a
partire dal secondo anno (2001);
- Il fatturato stimato nel primo anno di produzione
è molto conservativo rispetto ai ricavi di
vendita obiettivo;
- Supponiamo che ci sia un mercato pronto a recepire
il prodotto.
A fronte di tali condizioni, l’impresa presenta
una situazione reddituale molto buona, un po’
precaria è la struttura finanziaria i primi
due anni (fase più delicata) che viene recuperata
velocemente grazie alla presenza di margini elevati.
Da queste valutazioni si mette in luce una struttura
sana, un’azienda solvibile nel lungo periodo
che non dovrebbe incontrare difficoltà per
la concessione di prestiti o per intrattenere rapporti
commerciali. Alla luce dei parametri ipotizzati,
un netto miglioramento finanziario nel secondo anno
può derivare dal rafforzamento della funzione
commerciale per potersi garantire un fatturato più
elevato nel primo anno di produzione.