UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI UDINE
FACOLTÀ DI ECONOMIA
Capitolo secondo: ASPETTI TEORICI DELLA PIANIFICAZIONE E
PROGRAMMAZIONE AZIENDALE
2.1. BUSINESS PLAN
COME PROCESSO DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE
AZIENDALE
Avviare e condurre un’impresa comporta la
risoluzione di due fondamentali problemi (28):
- La definizione degli obiettivi o traguardi da
conseguire nel tempo;
- La costante guida dell’impresa verso tali
obiettivi
Il primo si identifica con la pianificazione e programmazione
e può essere raggiunto con l’elaborazione
di un business plan; il secondo si identifica con
l’attività di controllo (29).
Quest’ultima non è altro che l’attività
di guida rivolta al conseguimento degli obiettivi
economici prestabiliti con la pianificazione e programmazione.
Si estrinseca in azioni volte ad assicurare che
le risorse, da quelle finanziarie a quelle umane,
siano acquisite ed impiegate secondo gli obiettivi
prestabiliti. Un terzo problema da considerare sarà
quello relativo alla fase di controllo dei risultati,
dove attraverso il monitoraggio sarà possibile
un confronto tempestivo tra obiettivi prefissati
e risultati conseguiti mettendo in evidenza eventuali
scostamenti dai valori previsti in sede di elaborazione
del piano, dalle cui analisi scaturiscono le opportune
azioni correttive. L’esatta individuazione
delle cause di tali deviazioni fornisce un bagaglio
d’esperienze che serve non solo a comprendere
meglio il mercato ma anche a formulare in modo migliore
il piano d’impresa per gli anni successivi.
Per effettuare questo tipo di controllo, l’impresa
si avvale di un esauriente sistema informativo che
si fonda su un sistema di dati quantitativo monetari
che sarà rappresentato dalla sezione economico-finanziaria
del piano d’impresa. Per favorire il processo
decisionale(30)
un approccio interessante potrebbe essere quello
di avvalersi di modelli economico-finanziari su
elaboratore ( questo aspetto verrà approfondito
nel capitolo 3).
2.2.
IL CONCETTO DI SISTEMA APPLICATO AL PROCESSO DI
PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE
Il concetto di sistema può essere utilmente
applicato al processo di pianificazione e programmazione
aziendale. Per sistema si intende una categoria
logica che raggruppa insieme alcuni elementi interagenti
e che serve a meglio comprendere la realtà
(31).
La stessa azienda ci appare come un insieme di parti
caratterizzate da certi fattori in entrata (input)
e da altri in uscita (output) ed inserita in un
contesto ambientale con cui interagisce, tanto che
si può parlare correttamente di sistema aziendale
aperto perché viene influenzata e a sua volta
influenza l’ambiente circostante e gli altri
sistemi (32).
Un altro aspetto che riguarda il sistema azienda
è di essere un sistema con retroazione perché
viene influenzato dal proprio comportamento passato.
Esso ha una struttura a circuito chiuso che recupera
i risultati delle azioni passate e li utilizza per
indirizzare le azioni future (33).
Il sistema azienda proprio perché come sistema
aperto interagisce con l’ambiente è
un sistema che opera in condizione di incertezza.
Questo stato dipende dalla discontinuità
ambientale, cioè dall’evoluzione dell’ambiente
che determina di continuo opportunità e minacce
per l’impresa che, se non trova immediate
e tempestive risposte può compromettere lo
sviluppo e la sua stessa sopravvivenza. Questa categoria
di eventi può essere indicata con il termine
di “sorprese strategiche (34)”:
”improvvisi, urgenti, poco conosciuti cambiamenti
nelle prospettive aziendali che minacciano il profitto
o la perdita di occasioni importanti”. Un
esempio di perturbazione ambientale è rappresentato
da quelle situazioni di forte variazione dei prezzi
ed è in momenti come questi che l’imprenditore
dovrà essere in grado di apportare tempestivamente
modifiche e integrazioni alle azioni fin lì
intraprese per continuare a produrre effetti positivi
e per garantire il conseguimento degli obiettivi
stabiliti.
Gli approcci che possono essere seguiti per far
fronte alle “sorprese strategiche” si
riconducono a questi due(35)
:
- “Sviluppare una capacità di risolvere
efficacemente le crisi una volta verificatesi: cioè
una risposta pronta ed efficiente, dopo il fatto,
alle improvvise discontinuità”;
- “Considerare il problema prima del fatto,
minimizzando la possibilità di sorprese strategiche”
(una delle funzioni del business plan).
Il secondo approccio si fonda sulla capacità
dell’impresa di essere flessibile e divenire
consapevole dell’ambiente circostante. In
ogni caso la discontinuità ambientale, indipendentemente
dall’approccio seguito, mette in evidenza
l’importanza fondamentale di esaminare attentamente
l’evoluzione dell’ambiente, al limite
se possibile, di anticiparle, ma conoscere l’ambiente
significa prima di tutto conoscere profondamente
la propria azienda nei suoi punti di forza o di
debolezza. Per fare questo è necessario definire
un modello (36) analitico-descrittivo
che rappresenti l’azienda e prendendo consapevolezza
dell’ambiente esterno costruire la parte del
modello più delicata, quella economico-finanziaria
che sarà una proiezione quantitativo-monetaria
di quei dati e utilizzarla per effettuare una serie
di simulazioni e misurare la performance a cui l’azienda
potrebbe mirare. Attraverso un processo simulativo
noi utilizziamo una vera e propria metodologia decisionale
con cui indaghiamo sulle caratteristiche del sistema
reale al fine di comprenderne il funzionamento e
di prevederne il suo naturale sviluppo (37).
Questa metodologia viene normalmente applicata nella
realtà giornaliera, ma in questo caso i modelli
utilizzati non vengono formalizzati e simulati solo
mentalmente. A tal proposito è importante
sottolineare come una simulazione riveli un definitivo
miglioramento nel processo decisionale solo con:
- la disponibilità di un modello esplicito;
- lo sviluppo di esperimenti;
- la generazione della simulazione tramite elaboratore
elettronico (per la sua capacità di sviluppare
con grande rapidità grandi quantità
di calcoli).
2.3.
LA FORMULA IMPRENDITORIALE COME MODELLO ANALITICO-DESCRITTIVO
Un modello è una rappresentazione di un sistema.
La forma generale di un modello di simulazione è
quella tipica dei modelli INPUT-OUTPUT, in cui è
possibile ottenere il risultato finale del funzionamento
del sistema reale simulato dando un certo input
su una o più variabili endogene o parametri
di queste variabili che lo costituiscono. Questi
modelli vengono così fatti girare per osservarne
il comportamento del sistema e individuarne una
soluzione. Matematicamente un modello di questo
tipo può essere così espresso(38):
Dove:
È l’output
del sistema, vale a dire la risultante del suo
funzionamento
Sono le variabili
e i parametri controllabili dall’utente
Sono le variabili
e i parametri al di fuori del controllo dell’utente
È la relazione tra x e
y che produce O
Non è come
si potrebbe pensare in un primo momento una perfetta
e accurata rappresentazione della realtà, bensì
uno strumento flessibile che forza le persone che
lo utilizzano a pensare seriamente sul problema che
deve essere modellato (39).
Il neo imprenditore attraverso la stesura del business
plan sarà impegnato nello sviluppo di una formula
imprenditoriale. La costruzione di un modello come
questo incomincia con uno sforzo che consiste nell’individuazione
degli elementi del sistema e nella determinazione
delle relazioni causa-effetto tra gli stessi elementi.
Il modello analitico-descrittivo che ne consegue,
consentirà all’imprenditore di interpretare
il modo di essere e di comportarsi dell’azienda,
definendo quell’identità aziendale dalla
quale potrà trarre utili indicazioni circa
la validità e la coerenza dell’impostazione
perseguita o desiderata (40).
La formula o impostazione imprenditoriale che verrà
sviluppata dipenderà da (41):
- Il sistema competitivo (mercato e concorrenza) in
cui opera l’azienda, all’interno del quale
essa stabilisce rapporti con certi clienti (di cui
soddisfa certi bisogni), con certi fornitori e certi
concorrenti (diretti o indiretti, effettivi o potenziali);
- Il sistema offerta e cioè i prodotti/servizi
offerti con le connesse caratteristiche materiali
(quali il livello tecnologico, la qualità,…)
e immateriali (immagini, prestigio…) di servizio
(tempi di consegna, personalizzazione…) ed economiche
(prezzo, modalità di pagamento…)
- La proposta progettuale, in termini di prospettive
e di richiesta di contributi e consensi, indirizzate
alle forze economiche e sociali coinvolte nella realizzazione
della proposta stessa ( gli stakeholders e cioè
i prestatori di lavoro, creditori, le istituzioni
finanziarie e politiche…);
- Il sistema degli interlocutori sociali interessati
a cui la suddetta proposta si indirizza (banche, azionisti,
prestatori di lavoro, rappresentanza sindacali…)
- La struttura organizzativa e le risorse tecnico
produttive, commerciali, direzionali ed economico-finanziarie
impiegate che consentono all’azienda di operare
nel prescelto sistema competitivo con un determinato
sistema di offerta e di formulare la proposta progettuale
al sistema degli attori sociali interessati.
2.4.
IL BUSINESS PLAN COME STRUMENTO PER PORRE LE BASI
DEL SISTEMA INFORMATIVO AZIENDALE Pianificare un nuovo business significa
svolgere molto lavoro sul campo, parlare con i potenziali
clienti, raccogliere informazioni sulla concorrenza,
raccogliere il maggior numero di dati possibile in
merito agli investimenti e alle spese che si dovranno
sostenere. Il lavoro “a tavolino” rappresenta
una parte minima di questa attività e riguarda
soprattutto la traduzione in numeri delle informazioni
raccolte e la verifica economico-finanziaria del progetto.
Se da un lato come è già stato detto
l’attività di pianificazione permette
d’analizzare in anticipo quale potrà
essere l’impatto sul sistema aziendale provocato
dallo sviluppo di nuove idee, dando così l’opportunità
di “sbagliare sulla carta” anziché
rischiare nel mondo reale (42),
dall’altro è un valido strumento per
definire un sistema informativo aziendale. Prendendo
le mosse dal concetto di sistema in generale, se per
sistema si intende l’insieme di fenomeni collegati
da rapporti di connessione ed eventualmente di complementarietà
(come avviene per il sistema aziendale) in vista del
raggiungimento di un obiettivo comune prefissato,
“per sistema informativo si dovrà
intendere l’insieme delle informazioni fra loro
correlate relative ai fenomeni aziendali ottenuti
con varie metodologie di raccolta e di elaborazione
e convogliate agli organi decisori attraverso i diversi
canali di diffusione(43)”.
Questa è una definizione che risalta il carattere
contenutistico e non tecnico(44) di sistema. Con il business plan
bisogna sviluppare la capacità di sintesi dei
flussi informativi attraverso la loro integrazione
per creare un sistema informativo che soddisfi le
esigenze conoscitive dell’imprenditore dando
un valido supporto decisionale. Il sistema informativo
così sviluppato è in realtà diviso
in sottosistemi che possono essere riferiti alle specifiche
sezioni del business plan che sono: il piano di marketing,
il piano tecnico produttivo, gli altri piani operativi.
Il quadro si completa con il sottosistema del piano
economico finanziario che rappresenta il fulcro dell’intero
sistema informativo per via della sua attitudine a
perseguire la sintesi delle informazioni interne all’azienda
in funzione della capacità di analizzare convenienza
economica e fattibilità finanziaria dell’idea
imprenditoriale (45).
2.5.
LE SIMULAZIONI ATTRAVERSO UN MODELLO DINAMICO ECONOMICO
– FINANZIARIO Mentre il resto del business plan permette
di acquisire una comprensione generale della natura
dell’impresa, le proiezioni economico finanziarie
svolgono una funzione chiave nell’analisi e
nell’individuazione dei punti di forza e di
debolezza della stessa. Il piano economico finanziario,
come si è detto nel precedente paragrafo, non
è altro che la traduzione in termini numerico-monetari
di tutte le affermazioni che sono state fatte nelle
altre sezioni del business plan e basate su certe
ipotesi.
L’ambiente turbolento e dinamico fa avvertire
la necessità di esaminare varie alternative
in relazione ai futuri e prevedibili andamenti delle
variabili interne ed esterne, questo fa sì
che si renda necessario un processo di simulazione
che fornisca risposte alle domande “cosa succede
se…” (what if), “cosa fare per…”
(goal seeking or target), “cosa succede su…”
(impact); oltre che un modello su base economico finanziaria
che sia gestito con un calcolatore (46).
Questa soluzione consente di ponderare in tempo reale
le alternative in termini di risultati di gestione
(reddito, struttura degli investimenti, ecc.) al fine
di individuare quella più soddisfacente.
Ecco allora che l’utilizzo del modello e di
un processo di simulazione rappresenta uno strumento
molto efficace in quanto contribuisce in vari modi
a migliorare la qualità delle decisioni strategiche.
Simulare significa “sperimentare come un modello
dettagliato di un sistema reale risponde ai cambiamenti
che possono verificarsi nella struttura, nell’ambiente
e nei presupposti di base (47)”
permettendo(48):
- Di assistere l’imprenditore nel problem solving
(49):
la paura di fallire è uno dei maggiori ostacoli
che il potenziale imprenditore deve affrontare. Simulare
permette di sperimentare e testare l’idea imprenditoriale
in assenza di rischi e di costi.
- Di prevedere i risultati: la simulazione educa le
persone su come un sistema potrebbe rispondere ai
cambiamenti. Una simulazione comunque può aiutare
l’imprenditore nel prevedere i risultati al
verificarsi di una serie di cambiamenti nel sistema
di input.
- Di misurare la performance di un sistema: la simulazione
attraverso un approccio quantitativo provvede alla
misurazione della performance aziendale. Per esempio
l’obiettivo di un sistema potrebbe essere la
soddisfazione del cliente. Usando un modello di simulazione
potremmo tradurre il tempo di risposta della richiesta
di un cliente con la quale definire una misura per
la customer satisfaction.
- Di migliorare la comunicazione interaziendale: la
simulazione è uno strumento di comunicazione
a tutti gli effetti.
Fare una simulazione significa(50):
- “Costruire un modello che sia in grado di
funzionare in modo analogo al sistema in esame”;
- “Condurre esperimenti sul modello facendogli
produrre una vasta casistica di possibili comportamenti
del sistema”;
- “Analizzare i risultati e valorizzare le alternative
decisionali”.
Per fare una simulazione è quindi necessaria
una conoscenza approfondita del sistema da simulare
che può essere garantita soltanto da chi opera
nel sistema. Questo è il motivo per cui la
stesura di un business plan non dovrebbe essere mai
delegata all’esterno, ma eventualmente realizzata
con un supporto esterno che affianchi l’imprenditore
nel definire la formula imprenditoriale, senza sostituirsi
ad esso.
Inoltre, anche se il modello non potrà mai
contemplare tutte le variabili reali che possono influenzarlo,
è importante che venga spiegato con un numero
limitato di variabili fondamentali delle quali si
conosca anche la relazione causale che le lega le
une alle altre. Questo fa sì che il processo
di simulazione aiuti realmente l’imprenditore
a prevedere, comparare od ottimizzare la performance
di un processo senza costi e rischi di alcun genere.
Un modello, infatti, quando simulato, riproduce esattamente
le operazioni economico finanziarie dandoci in tempo
reale un’istantanea delle previsioni.
2.6.
IL PIANO ECONOMICO – FINANZIARIO COME STRUMENTO
PER LA MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE AZIENDALE Il processo di simulazione per poter essere
utile deve definire un sistema di misure utili per
organizzare, gestire e migliorare i processi aziendali
e quindi guidare la direzione verso il raggiungimento
degli obiettivi. Nelle aziende, infatti, il soggetto
economico(51)
esprime una serie di obiettivi da perseguire nel rispetto
di dati vincoli, ovvero ai fini economici. A tale
scopo vengono effettuate scelte strategiche che si
concretizzano in decisioni operative circa i modi,
i tempi e le risorse da impiegare. L’attivazione
di tali decisioni, che caratterizzano la gestione
aziendale, origina risultati che saranno oggetto di
valutazione e confronto con quelli individuati nella
fase di definizione degli obiettivi. Le modalità
che caratterizzano l’attività per il
conseguimento degli obiettivi si possono esprimere
in termini di efficacia e di efficienza. L’efficacia
si esprime come confronto tra risultati attesi e conseguiti,
permette la comprensione del grado di coerenza tra
quanto ipotizzato e realizzato e, quindi, di individuare
eventuali linee correttive. L’efficienza, invece
esprime il rapporto tra risorse impiegate e risultati
ottenuti. La rilevazione (52)
concerne la metodica osservazione, determinazione
e induzione appropriata degli accadimenti d’azienda,
dei processi e delle loro combinazioni. Essa si propone
da una parte di misurare i risultati delle prestazioni
attese e conseguite, vale a dire le performance delle
scelte e delle azioni organizzative gestionali; dall’altra,
di interpretare, attraverso la misurazione degli accadimenti,
processi, combinazioni e risultati, i fenomeni aziendali
al fine di orientare le decisioni e i comportamenti
dei membri dell’organizzazione (53).
Con questa premessa è possibile introdurre
il concetto di performance aziendale che è
la misura del grado di raggiungimento in termini di
efficacia e efficienza dei prestabiliti obiettivi
di economicità. Economicità intesa come
capacità dell’azienda di operare remunerando
adeguatamente nel tempo tutti i fattori produttivi
impiegati (54)e
attraverso un’adeguata remunerazione, si soddisfano
le attese di valorizzazione monetaria e non delle
risorse fornite dai vari interlocutori aziendali o
dai gruppi di interesse (stakeholders) e si gettano
le basi per un consolidamento e uno sviluppo duraturo
dell’azienda (55).
In altri termini la misurazione,
parte integrante della rilevazione, deve essere di
supporto al perseguimento degli scopi aziendali. In
sintesi, la misurazione delle performance riveste
un ruolo duplice:
- Di essere di ausilio agli scopi informatici ed interpretativi
circa la dinamica dei fenomeni aziendali rilevanti
per il conseguimento degli obiettivi;
- Di carattere strumentale, riguarda la misura e la
sua capacità di orientare e stimolare comportamenti
coerenti con i suddetti obiettivi.
Per far questo le misure della performance si articolano
quindi attraverso misure di economicità che
da un punto di vista operativo si traducono nei: tassi
di redditività (ROE, ROI, RONA, etc.), il valore
economico aggiunto (EVA), il tasso di profittualità
dell’impresa (ROE-costo del capitale proprio),
incremento di valore del capitale economico, il reddito
prodotto.